Un viaggio a puntate nella democrazia. Programma di incontri

Ci impegnamo a raccogliere punti di vista sui fatti vicini e lontani. Punti di vista di persone comuni per capire quanto questi fatti incidano sul ben-essere della democrazia.

Due fatti in particolare, tra quelli capitati durante il periodo elettorale e messi in ombra dal frastuono delle dichiarazioni, sono interessanti per il loro legame con la democrazia: la sorte dell’insegnante di Palermo e la fornitura di luce al palazzo della periferia romana abitato abusivamente da migranti. Su questi due fatti pubblicheremo la prossima settimana.

In un incontro ieri sera a Milano Ettore Rosato parlava dei circoli del Partito Demcratico interrogando tutti sulla loro funzione. Certo il cambio di nome da sezione a circolo è stato un fatto. Ma le sezioni territoriali sono nate nel Novecento, quando i partiti dialogavano con iscritti tra cui molti erano anafalbeti o di bassa scolarità, e nella sezione di quartiere si informavano anche su quanto accadeva nel paese. Certo oggi nessuno va al circolo per sapere cosa succede, in un mondo in cui la connessione e la molteplicità dei media caratterizzano le nostre vite. Anche il senso della vita concreta di una organizzazione politica ai giorni è parte del capire la democrazia oggi.

Scrive Agnes Heller “Negli anni Novanta molti intellettuali sono tornati in Ungheria dall’Australia e dalla Francia. Alcuni se ne sono poi andati a causa di Orbàn e del suo governo. …. Da quando sono tornata ho iniziato a svolgere un ruolo politico, non da politica, ma da cittadina. E quando si inizia a fare questo, ad avere una voce, ad avere una voce, allora si ha anche una responsabilità. Non ho più diritto di lasciare la nave che affonda”. (Agnes Heller, filosofa ungherese “Il valore del caso. La mia vita” ed. Castelvecchi, maggio 2019, pag. 135)

Qui si chiude questa prima puntata.

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