Intervista a Simone Mornati, consigliere comunale nel comune di Paderno Dugnano, eletto in una lista civica alla guida della città dal 2014.
Partirei dal chiedere se vi è capitato di parlarne in Consiglio Comunale?
No, non è stato un argomento dibattuto nelle ultime sedute di Consiglio, non era richiesto dall’agenda politica cittadina. C’è stato qualche accenno, qualche scambio sui social nel nostro gruppo politico, gruppo di maggioranza, ma non è mai diventato occasione di un dibattito. Il tema era stato posto con un accento legato alla bontà della scelta di tenere chiusi i porti, e chi di noi ha una sensibilità diversa ha deciso di prendere posizione lasciando cadere il discorso.
La Stampa, il 7 gennaio, ha pubblicato testimonianze di manager di porto che dicevano che non esiste una disposizione di chiusura del ministro competente, dunque la decisione di tenere le navi al largo
non è così chiara, concordi?
Anche se dobbiamo capire che oggi c’è qualcuno che si arroga la facoltà di prendere decisioni di più ampio contenuto rispetto a quello che è il suo incarico, ho provato a immedesimarmi nella persona chiamata a fare questa scelta, a chiedermi quale avrebbe potuto essere il mio approccio se fossi stato chiamato a prendere una decisione di questo tipo …
Mettiamo come sindaco di una città lambita dal mare …
Indipendentemente da “a che titolo” nel concreto la logica mia sarebbe certamente stata mettere al sicuro le persone, quindi il primo passo uno sbarco in un approdo sicuro e come secondo passo avrei convocato una riunione per l’indomani mattina a Bruxelles – oppure li avrei invitati tutti qua, per prendere una decisione tutti insieme. La mancanza di una più ampia presa di responsabilità e di una gestione congiunta a livello europeo è al di là dei buonismi il vero punto chiave, anche se l’Italia ha un suo tema. Prima dunque le persone al sicuro e poi entro nel tema del diritto, e qui mi collego al decreto sicurezza.
Quello che francamente ho mal digerito nel trattenere le persone in mare, non era tanto che fosse una chiara strategia per tenere alta l’attenzione, quanto il farlo sulla pelle di queste persone e per me con il rischio che, in assenza di condizioni igienico sanitarie minime, anche solo una di loro potesse morire, francamente non è accettabile. Ripeto, prima metto in sicurezza le persone e immediatamente dopo un richiamo alle regole.
Chi chiameresti? Il ministro degli interni?
No. Io sono l’Italia e chiamo gli altri paesi europei, chiedo che venga convocata una riunione d’urgenza sul caso con chi è deputato a questa scelta. Tengo le persone salvate in un posto sicuro e attiro l’attenzione sul fatto che non si muovono di lì fino a quando non decidiamo come gestirle … non faccio leva sul tenerli in mare ma sul richiamo alla responsabilità delle persone chiamate a decidere. Quindi prima di tutto le vite, poi immeditatamente dopo politica. È questo il collegamento che faccio rispetto al decreto sicurezza.
I sindaci hanno assunto posizioni diverse, per esempio il sindaco di Palermo, tu che proposta avresti fatto?
Non ho la sensibilità dell’obiezione di coscienza su questo tema e non mi sento di dire esco dalle regole. In questo mi sento molto sindaco e se dovessi impersonarmi in un sindaco a me è piaciuta la posizione di Cacciari da lui espressa in una trasmissione televisiva … diceva io sono l’istituzione e se il decreto mi impone questo tipo di scelta cosa faccio in primis? prima di tutto faccio un ricorso alla Consulta affinché venga messa in discussione la regola che questo decreto sancisce. Mi muovo dunque all’interno delle regole.
Se pensiamo alla politica che guida i cittadine e ai cittadini che suggeriscono idee a chi fa politica?
Ci sono due temi difficili da combinare nell’ascolto dei cittadini … da una parte ascolto è la partecipazione dei cittadini, ma oggi “ti ascolto” diventa anche elaboro la mia proposta in base ai tuoi desiderata che ho colto e faccio marketing.
Vuoi dire ascolto per raccogliere voti e ascolto per le strategie? come costruisco un equilibrio?
Esatto. Io credo al modello della democrazia rappresentativa e lo vivo in amministrazione comunale, sono una persona che ha ricevuto la delega a prendere delle decisioni e mi prendo fino in fondo la responsabilità. Se ti fai guidare dall’ascolto senza prendere la responsabilità delle scelte questo può portarti anche molto lontano dalla tua coscienza …. E dopo ci devi fare i conti … Il tema dei migranti è un tema che ti spinge verso questi limiti.
Grazie! Questo sarà il tema di una prossima intervista
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